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lunedì 5 agosto 2013

1' giorno di non cammino

Svegliarsi e fare la turista non è per niente male, nonostante la sveglia sia alle 6:30. Partiamo da Finisterre questa volta col pullman, fa un po' strano ripercorrere la strada al contrario ad una velocità dimenticata. 
Mi addormento all'istante. 
Arriviamo a Santiago verso le 11 e dopo aver preso possesso del letto per l'ultima notte, sono libera di girare per la città senza una meta... 
Che strano. 
E la tappa? E i chilometri? E le soste? E lo zaino? 
Mi sento terribilmente leggera, troppo. 
Cerco un tatuatore. 
Appuntamento alle 19. 
Ho bene in testa quello che devo fare, mi ha dato l'idea Alessandro l'austriaco...

Giro per la città, mi sento spaesata nonostante mi sentissi a casa. 
Ritrovo e saluto molte persone conosciute sul cammino anche per poco tempo. Che bello rivedersi tutti alla meta. 
Pranzetto in un locale tipico, e pennichella. 
Mi sveglio cercando di non dimenticare nulla, sono le ultime ore a Santiago. 

Vado in cattedrale, faccio una fila di una mezz'ora e riesco ad abbracciare San Giacomo, altro rito del pellegrino e in una cappella adiacente scrivo le mie intenzioni (desideri) su di un biglietto per poi riporlo in un cesto insieme a tanti altri. 
I foglietti verranno poi tutti portati in un luogo in chiesa e la cerimonia farà in modo di esaudire le richieste dei pellegrini. 
Chissà se San Giacomo mi ascolterà...! 
Stanno per arrivare le 19. 
Non mi sono mai piaciuti i tatuaggi, mi è sempre sembrata una pratica sciocca. 
Sporcare la pelle a vita non ha senso. 
Ma se per 870 chilometri segui incessantemente una freccia gialla e una conchiglia e queste ti portano la felicità, allora vorresti che quella freccia non ti lasciasse mai e ti aiutasse a trovare la strada giusta. 
Dove disegnare la freccia gialla? 
Sul piede che mi ha fatto più soffrire, il destro. 
Non sono coerente? Forse. 
L'idea di avere un segno anche sul mio corpo di questa esperienza mi piace. 

Decidiamo di passare in Plaza de Obradoiro e da lontano chi vediamo? Condo, il giapponese col riporto più lungo del mondo, lasciato al Parador a Leon. 
Tutto contento ci abbraccia sorridente ed affettuoso, poi ci delizia con massaggio speciale, proprio seduti in mezzo alla piazza della Cattedrale. 

Che grande Condo! 
Mentre la cattedrale sta a guardare. 
Ultima cena tutti insieme. 
Domani direzione Barcellona. 




6 commenti:

  1. Che dire più quello già scritto nei post precedenti. Bhe si una cosa voglio dirtela visto che ne abbiamo scritto qualche tempo fa: hai capito il senso di un tatuaggio fatto per te e non per gli altri, fatto per una cosa importante per te e non per una sciocca moda. Hai capito il senso che io do al tatuaggio e che spesso gli danno anche gli altri che se lo fanno. Come dire ..... le cose si capiscono meglio quando avvengono sulla nostra pelle! Per il resto sei la vincitrice di questa splendida avventura che come ti dissi all'inizio per me non è e non sarebbe solo spirituale ma sopratutto fisica, anche perché ho sempre fatto poca distinzione (e ancora adesso ci riesco raramente) tra fisico e spirituale visto che l'uno implica spesso l'altro per me. Un abbraccio. Magari scriverai qualcosa di più approfondito su questo tuo Cammino.....fammelo sapere e ovviamente leggere. Un abbraccio il tuo "vecchio" amico Fabrizio

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  2. ...ora sarai già a Barcellona... :-)
    LM

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  3. Rocas
    ...Ed ora ti aspetta il Nepal!
    Ma intanto ti aspettiamo per un immenso abbraccio!
    Ro+Se+Vi

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  4. Licia leggo ora per la prima volta il tuo blog e ho gli occhi pieni di lacrime...perchè posso capire davvero quello che dici...perchè ho sentito le tue stesse emozioni...perchè all'aereoporto anch'io cercavo un sorriso negli occhi della gente un sorriso che non ho trovato...che non si trova più...ora a casa il sogno è finito ma nel cuore resta una luce che credo nessuno mai più potrà spegnere e se dovesse accadere il cammino è sempre là che ci aspetta!!Un bacio

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  5. Vorrei fare anche io un tatuaggio come quello che hai fatto tu, è possibile avere una foto???

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