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mercoledì 31 luglio 2013

28' tappa: Portomarín/San Xulián do Camino (28 km)

È buio e siamo i primi ad uscire dall'albergue. All'inizio non riuscivo a capire come tanti potessero prepararsi nell'arco di 10 minuti. Giù dal letto, in bagno, vestiti, colazione e zac, via in marcia. Io minimo un'ora ci mettevo prima di racimolare tutto. Adesso ho imparato anch'io, in 15 minuti sono pronta. Meraviglie del cammino. 
Cammino in mezzo ad una nebbia molto fitta, fa freddo e le goccioline mi bagnano il viso. Gli odori vengono sprigionati con violenza dal bosco. 

Il silenzio è avvolgente ed ho il timore della massa. Non voglio incontrare nessuno. D'istinto marcio veloce con un ritmo da elettrocardiogramma sotto sforzo. Sudo, ho il fiatone e...chi ti becco? Il gruppo organizzato della confraternita "PincoPallino". Nooooo... Accelero, supero suorine, ragazzetti, pretini. Ho il cuore in gola, ma li voglio superare. Chiedo permesso. Camminano attaccati, starnazzano. Li supero tutti e in cima chi c'è? Il capo prete! L'organizzatore. Il quale poco dopo che lo supero fa con un tono militaresco: "Adesso percorreremo tre chilometri vicino alla statale, stiamo attenti!" 
Orrore! 
Lo semino. 
Tiro dritto, contenta. 
Il primo bar dopo otto chilometri e chi trovo? Roger seduto in bella vista. Tutto contento mi saluta e mi dice che è lì seduto da un'ora e mezza per aspettarci. Che carino! 
Mi siedo e faccio anch'io colazione. 
Tempo 15 minuti e il bar diventa un autogrill della A14. 
Arriva anche il gruppo parrocchiale e si sprigiona l'impossibile. Sono italiani e lo testimoniano urlando come pazzi: "Prosciutto, di chi è il panino col prosciutto?" Scappo. 


Ecco il mare di nebbia in cui camminavo. La giornata sembra prendere un'altra piega...
Il gruppo si ricostituisce e camminiamo insieme, parlando, ridendo e scherzando... 
I chilometri inesorabilmente ci ricordano che la fine è vicina: 

Mi chiama mio padre e sono troppo forti le domande che mi fa: mi chiede sempre dove sono arrivata, che tempo fa e soprattutto mi dice di stare attenta. 
Quando abbiamo fatto la videochiamata da León, mia madre mi ha confidato che dopo avermi visto e sentita così entusiasta, si è emozionato e le ha detto che in me ha visto il suo spirito selvaggio di quando era ragazzo. 
Le gambe vanno veloci e un po' ce ne vantiamo... 
Gambe da 800 km!!! 

C'è una bella sintonia tra tutti noi. Cantiamo e scherziamo. Sembra di stare in gita. 
Il bosco di eucalipti sprigiona essenze nordiche e ci ripara dal sole. 
Mi piace questa energia. 
Spesso ripenso ai dolori che ho patito con le vesciche e credo che anche queste abbiano avuto un senso nel mio percorso. Hanno reso la mia persona ancora più forte, perché non mi sono arresa, ho stretto i denti, ho pianto dal dolore, ma sono andata avanti perché ci ho creduto anche se spesso ho pensato che non ce l'avrei fatta. 
Sono andata piano come questa formica, ma manca poco, ho fatto tanta strada. 

È anche grazie a questi personaggi che ha avuto un senso tutto ciò! 
I piedi sono guariti e i momenti continuano ad essere unici, come la cena di stasera!