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lunedì 29 luglio 2013

26' tappa: Fonfría/Sarria (27 km)


Nottata fredda ed umida con due coperte sopra al letto. Camerata da 30 persone. 
La macchina asciuga/scarpe è stata mandata dalla provvidenza. 

In Galizia spesso piove, uno spagnolo mi ha detto che la regione è il sud dell'Irlanda e il clima è molto simile. 
Esco che albeggia ma il freddo è pungente e ci vorrebbero para-orecchie e guanti, però mi sveglio per bene. 
Loro sono le protagoniste: le rubias gallegas, molto apprezzate per la loro carne.
Non incontro nessuno stamattina e capisco che il freddo e la pioggia di ieri hanno bloccato diverse persone a letto. 
Questo è il famoso castagno ultra centenario, gli anziani del posto narrano che sia stato piantato quando Cristoforo Colombo scoprì l'America. 

Questa è una delle tante gentilezze degli abitanti: fuori, nella corte della fattoria lasciano frutta, si mette un euro e ti porti via il cestino. Come resistere? 
Si scende di quota ma non posso lasciare questi paesaggi alla mia memoria, devo fermare questi momenti, ne ho bisogno. 

Oggi cammino con Roger, che proprio in questa discesa scivola e si fa male. Non sembra ma pende di molto e con la poggia di ieri c'è molto fango. 
Oggi ho fatto anche l'infermiera, a modo mio... 

Poverino, si è fatto una brutta escoriazione, un po' come la mia fasciatura... Essendo belga, parliamo un mix di inglese, francese, spagnolo, italiano. Spesso non ci capiamo per niente e a volte per capire un concetto o una parola ci mettiamo anche mezz'ora. Che fatica! 
Il Cammino però mi ha dato una certezza: a settembre farò un corso serio di inglese. È una vergogna che io non riesca a comunicare più di tanto... Ho l'esigenza di parlare con tutti e spesso la lingua mi blocca. 
Non voglio limiti di nessuna sorta! 
Da questo momento in poi si iniziano a vedere i "pellegrini del we" ovvero quelli che si fanno gli ultimi 150 km e si portano a casa la Compostela. Li riconosci subito dagli zaini che sono piccoli, magari rimediati dai figli in vacanza, le signore sono fornite di orecchini di perle e fresche fresche di messa in piega. Camminano spediti con abiti poco montani e molto cittadini. Capita anche di ascoltare lamentele riguardo il sole troppo cocente... Mah!!! 

Il countdown è inesorabile e ci avverte che la strada sta per terminare. Le sensazioni sono molto contrastanti. Da una parte si ha l'orgoglio e la forza di aver "passeggiato" per così tanti chilometri. Dall'altra non vorresti finisse perché in realtà è come vivere in uno stupendo film. 
Guai ad arrivare ai titoli di coda perché accendere la luce potrebbe spaventare... Adesso la vita reale diventa qualcosa che mette timore.
L'arrivo a Sarria ci premia con uno stupendo albergue: 
La cena italiana in un locale del posto ci rinfranca e si aggiunge anche la nostra amica Tania. 
La pizza dopo 26 giorni diventa qualcosa di prezioso da condividere! 

Per concludere la giornata con uno spumante della zona.