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sabato 20 luglio 2013

17' tappa: Terradillos de Los Templarios/ Bercianos del Real Camino (24 km)

 
Stamattina anche alle 5 fa caldo, ciò non promette niente di buono. 
Stanotte ho sognato, sogno spesso qui in Spagna... 
Ieri sono arrivata a fare 423 km, ho superato alla grande la metà. Chi l'avrebbe mai detto che sarei stata capace di camminare così tanto in così poco tempo?!


In questa impresa è importante la testa, poi il fisico risponde... Ad esempio a parte le vesciche io non sento nessun dolore, mentre nelle prime tappe ero tutta rotta, sentivo dolore alle anche e ai muscoli. 
Loro "girano" anche senza sole! 
Ponte di pietra e più avanti si trova la ermita de la Virgen del Puente. 

L'antica entrata di Sahagún. 

Arco de San Benito in stile barocco del XVII sec. 
Poco più avanti questo ci indica che sono ufficialmente alla metà del Cammino (partendo da Roncisvalle). 
Attraverso altro ponte: 
Oggi mi intrattengo nei racconti con Roberta. Non lo so, ma ha la facoltà di rassicurarmi e calmarmi, comunque sia ha un effetto benefico su di me! 
Fa caldo, ma oggi le gambe vanno senza sosta, fra poco arriviamo alla nostra tappa, ma avrei potuto camminare altri 10 km! 
Mi lascio l'energia per dopo Leòn. 
Poi ci siamo fermate in Bercianos del Real Camino, scegliamo l'ostello Santa Clara. Appena arrivate l'ambiente ci spaventa un po', l'esterno è molto spartano, ma poi Santi ci mostra le stanze: letti spaziosi ed asciugamani. Bagni con sapone e bagnoschiuma, il tutto con un donativo (dai quello che vuoi). Prendiamo posto, la padrona di casa in quel momento non c'è. Andiamo in una tienda a prendere da mangiare convinte che in questo paesino non ci sia niente da mangiare. Quando rientriamo troviamo Rosa, la moglie di Santi. Così chiacchierando ci racconta la sua storia. Sei anni fa le fu diagnosticato un tumore all'intestino allo stadio terminale, girò tutta la Spagna per trovare un rimedio e un giorno mentre aspettava il treno per l'ennesimo visita della speranza parlò con un altro viaggiatore che le chiese se avesse mai pensato di fare  Cammino, lei rispose di no e lui le disse: "Perché non farlo se non hai nulla da perdere?" Così Rosa partì da Saint Jean per fare il Cammino. Alla Cruz de jerro incontrò dei pellegrini italiani e raccontando il suo dramma le parlarono dell'ospedale Santa Chiara di Trento, specializzato in questo genere di patologie. Finito il Cammino si diresse a Trento, venne operata e rimase in Italia un anno per le cure. In questo momento maturò l'idea di fare voto che se fosse guarita avrebbe venduto tutto e sarebbe diventata ospitalera del Cammino. Ricevette gli esiti il giorno 25 luglio, San Giacomo. Rifà il Cammino mentre aspetta di sapere dove potrà aprire la sua casa di accoglienza di pellegrini. Qui a Bercianos, esattamente a metà del Cammino si sente male, solo qui le era capitato. Decide che questo è il posto giusto, vende tutto a Barcellona, la sua città, lascia insieme al marito, le figlie e la famiglia e si trasferiscono qui a fare gli ospitaleri. 
Ogni anno dopo i controlli in Italia, parte per ringraziare e dopo va a trovare la famiglia a Barcellona, che ormai vede solo in quell'occasione. 
Nella foto: Rosa, suo marito Santi, Roby ed io. 
Una bella storia che ci ha commosso fino alle lacrime.  
Poi abbiamo condiviso il pranzo con Minsuk, studente coreano, il quale ci ha spiegato come mai ci sono così tanti pellegrini del suo Paese. 
...e questa è la capra di Rosa: Rita, accudita come una figlia! 

Oggi mi sono sentita molto piccola e anche un po' ignorante dopo la cena. 


E poi il momento più intenso. 
Dopo una preghiera in più lingue, il tramonto in assoluto silenzio...